UMANITÀ AL BIVIO

Tempi difficili creano uomini forti, uomini forti creano tempi facili. Tempi facili creano uomini deboli, uomini deboli creano tempi difficili.”

La massima di apertura viene attribuita, senza alcuna conferma reale, a Sheikh Rashid, fondatore di Dubai. Può essere una citazione reale o meno, ma il corso della storia ha dimostrato che è l’assoluta verità.
Tuttavia, al giorno d’oggi, l’Umanità si trova davanti ad un bivio.
Da una parte abbiamo la prosperità e un futuro radioso, non privo di problemi, certo, ma comunque un futuro comunque dominato da scoperte scientifiche e tecnologiche, ricchezza ed espansione, sia demografica che economico-finanziaria.
Dall’altra, però, abbiamo una catastrofe socio-culturale senza precedenti, con possibile risvolti in forma di Collasso della Civiltà Umana.

Perché questa differenza?
E quale delle 2 vie stiamo imboccando?
Abbiamo la reale possibilità di scelta?

Facciamo un piccolo passo indietro…. all’inizio del 1800.
La popolazione mondiale era di circa 800 milioni di individui sparsi sui vari continenti. La rivoluzione industriale stava dando i suoi frutti e la meccanizzazione stava producendo ricchezze fino ad allora di appannaggio di mercanti e banchieri facoltosi. Gli industriali stavano avviando le loro attività e, grazie ad un clima stabile, stava finalmente migliorando lo stile di vita di milioni di individui.
Ciò che fece realmente la differenza rispetto ai secoli precedenti, però, fu l’industrializzazione dello sfruttamento del petrolio, noto in Birmania già dal 1700. Nel 1850 nacque, in USA, l’industria petrolifera “moderna” e da lì si espanse in tutto il mondo.
Il risultato è visibile nel grafico seguente:

La popolazione mondiale ammontava a circa 1 miliardo all’inizio del 1800.
Ci vollero circa 130 anni per arrivare a 2 miliardi (+7,6 milioni per anno).
Nel 1974 aveva raggiunto i 4 miliardi (+45,5 milioni per anno).
Nel 1999 il numero totale degli esseri umani aveva raggiunto i 6 miliardi (+80 milioni per anno).
Ed oggi siamo circa 7.8 miliardi (+85 milioni per anno).

Siamo però davanti ad un bivio epocale. E a decidere se andare su o giù… ed eventualmente con quale velocità “decrescere” è – oltre ad un fattore “umano”, dipendente da programmi ed eventi artificialmente organizzati e portati a termine da lobby massoniche, mondialiste e/o sataniste – ancora una volta il petrolio e la sua reale disponibilità. (così la frase fila liscia)
Le stime parlano di una disponibilità teorica dell’oro nero ancora per diversi secoli, ma a quanto ammonta la disponibilità reale di petrolio?
Alcuni futures parlano di circa 5-15 anni… entro i quali si avrà una contrazione del 50% delle capacità reali di estrazione di questa importantissima risorsa fossile.
Entro 5-15 anni, quindi, avremo imboccato una delle 2 strade del bivio e sapremo, forse, cosa ci riserverà il futuro.
Se avremo la forza di fermare i “mondialisti”, che più o meno spudoratamente parlano di DECARBONIZZAZIONE (entro il 2030), allora, forse, riusciremo ad imboccare la via di un futuro potenzialmente roseo.
Se lasceremo che lorsignori facciano quel che vogliono, fregandosene delle reali conseguenze, il futuro sarà nefasto, con una sicurezza superiore al 90% che si verificherà un collasso sistemico e quindi il crollo della Civiltà Umana entro la fine di questo secolo, con un rischio del 10% che si possa incorrere nel catastrofico e inimmaginabile scenario che prevede l’Estinzione di Massa del Genere Umano.

Paranoie?
Forse.
Ma i dati e le evidenze ci indicano che l’obiettivo di lorsignori è quello di dimezzare la popolazione mondiale entro questo decennio e di portarla sotto il miliardo di individui totali entro metà secolo.

Perché tutto questo?
La risposta è nella disponibilità reale dell’oro nero.
Fino ad oggi abbiamo sfruttato i giacimenti più facili e ricchi del pianeta con un EROEI (https://it.wikipedia.org/wiki/Ritorno_energetico_sull’investimento_energetico indice che misura il costo equivalente in barili di petrolio, di una risorsa energetica) inferiore ad 1. Oggi, invece, il costo del petrolio sta raggiungendo un EROEI = 1. Altre fonti di energia hanno un EROEI superiore ad 1, il che significa che il loro costo reale è molto alto, sia dal punto di vista economico che (aggiungo io) minerario.
Tra non molto, quando il costo dell’estrazione di petrolio non sarà più conveniente (EROEI > 1), in molti settori si inizieranno a fermare le attività e avremo, progressivamente, minori risorse minerarie, minore disponibilità di cibo, minore capacità di trasporto e conservazione dei prodotti deperibili, e così via. Tutti i settori andranno a rallentare e, conseguentemente, a collassare.
A quel punto milioni di persone perderanno il lavoro e con esso, la capacità di acquistare i beni di prima necessità. Ci saranno scontri e disordini ovunque che, inevitabilmente, sfoceranno in guerre civili, primariamente tra “ricchi” e poveri, per poi estendersi tra chiunque non abbia la capacità di sopravvivere, e chiunque, all’apparenza, ancora ha tale capacità.
A quel punto gli scenari ipotetici potranno svilupparsi in qualcosa di simile a quanto visto nei vari film della serie Mad Max (https://www.youtube.com/watch?v=JZSWkE52Ebo), piuttosto che nello splendido Blade Runner (https://www.youtube.com/watch?v=1BY0XjWtc-c). Le alternative, però, spaziano tra film come Æon Flux (https://www.youtube.com/watch?v=44T1Aem9E_E&t=62s) a Divergent (https://www.youtube.com/watch?v=d_Hzjdm1SAg), forse uno dei più attuali! Ma se avete il coraggio di guardare cosa potrà diventare la nostra società nei prossimi anni, leggetevi il romanzo del 1966 Largo! Largo!, dal quale è stato tratto il film Soylent Green del 1973, conosciuto in Italia con il titolo 2022: i sopravvissuti. Se decidete di guardare il film, però, fatelo lontano dai pasti.

Quali alternative abbiamo?
Una civiltà tecnologica come la nostra ha bisogno essenzialmente di 3 cose: Energia, Risorse e Spazio abitabile.
Al momento l’energia elettrica, con costi ed efficienza variabili, riusciamo a produrla con vari sistemi, più o meno dipendenti dal petrolio.
Le risorse, che possono essere di tipo minerario o alimentari, le otteniamo estraendole o producendole in vari modi, la cui disponibilità reale è fortemente legata alla disponibilità di petrolio.
Per quanto riguarda lo spazio abitabile, invece, il pianeta potrebbe, in linea teoria, bastare per altri 3-4 miliardi di individui, ma nella realtà si avrebbero problemi legati alla densità abitativa. Quando questa supera una certa soglia, le interazioni interpersonali portano all’aumento della criminalità e alla richiesta di sempre più energia e risorse. Aumentare lo spazio abitabile, su questo pianeta, significa aumentare i costi energetici e il consumo di risorse minerarie, in modo esponenziale, senza tuttavia risolvere i problemi.

Personalmente sposo la soluzione “colonizzazione di altri mondi” come valida alternativa, se non l’unica, per risolvere tutti i problemi di cui sopra… contemporaneamente.
Colonizzando permanentemente lo spazio, si avrebbe accesso a risorse infinite, il cui costo estrattivo è dato solo dalla capacità e velocità con la quale si riesce ad arrivare sul posto. Si avrebbe accesso a nuovi materiali (è stato scoperto che, ad esempio, il ferro realizzato in assenza di gravità ha proprietà chimico-fisiche molto superiori a quello realizzato sulla Terra), più performanti, sicuri ed economici. Ma, soprattutto, si avrebbe la possibilità di sviluppare tecnologie al momento inimmaginabili, con le quali potremmo, finalmente e definitivamente, salvare il nostro pianeta Terra dalla costante e continua distruzione alla quale viene sottoposto da noi esseri umani, in continua e costante ricerca di nuovi terreni da coltivare e nuovi giacimenti e miniere da fruttare.
Questi ipotetici scenari non sono dietro l’angolo, sia chiaro. Colonizzare permanentemente la Luna e Marte, ad esempio, richiederà molte risorse… economiche, energetiche e minerarie, ma anche tanti anni e missioni, sia robotizzate che con equipaggi umani. Bisognerà sviluppare potenti lanciatori con i quali raggiungere l’orbita terrestre e successivamente lo spazioporto, in orbita terrestre, lunare o solare, dal quale partire per viaggiare fino a Marte (per la Luna è relativamente più semplice in quanto molto più a portata di… mano) e da qui, successivamente, verso la fascia degli asteroidi.
I numerosi asteroidi NEO (Near Earth Object), più o meno tutti potenzialmente pericolosi, in quanto orbitanti nei pressi del nostro pianeta e per tale motivo monitorati e studiati di continuo, potrebbero diventare ottime ed abbondantissime miniere di minerali, da sfruttare direttamente sul posto con robot-minatori automatici.
Miniere, industrie siderurgiche e tecnologiche, centri di ricerca e osservazione, missioni di esplorazione e colonizzazione. Tutto questo, in un ipotetico futuro, potrebbe dare lavoro a decine di milioni di persone, sia sulla Terra che nello spazio, riducendo notevolmente la disoccupazione ed evitando, così, la povertà che dilagherebbe con il ridursi della disponibilità di petrolio.
Ma tutto questo è possibile solo se imboccheremo il futuro giusto, che non è quello della “decarbonizzazione”, più o meno felice… ovvero la riduzione della popolazione, ma quello di un futuro prospero.
A noi la scelta.

Pubblicato su: Orazero.org il 7 Giugno 2021

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